Pagina:Serao - All'erta, sentinella!, Milano, Galli, 1896.djvu/143

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terno secco 129

che si mescolava appena appena di bianco. E tossì di nuovo.

— Quel fosforo di ieri sera mi ha fatto male, Tommasina — disse, sottovoce, dopo il profondo respiro, che emetteva sempre, in seguito alla tosse.

— E non è servito a niente — rispose la giovane serva, cessando di battere l’uovo, già diventato una crema biancastra.

Di sera, quel quartierino della vecchia casa, in uno dei vecchi quartieri napoletani malgrado che paresse abbastanza pulito, era invaso dagli scarafaggi che scaturivano da certi buchi, che uscivano pel condotto dell’acquaio, a torme, che invadevano la cucina, e il cosidetto salotto, tanto che la madre e la figliuola, per ribrezzo, non osavano ricevere nessuno di sera, ma prese dalla nausea, uscivano di casa, malgrado che non ne avessero voglia, malgrado che la signora fosse assai stanca, per la lunga vociferazione della giornata. Ora, Tommasina aveva inventato di mettere del fosforo, come pomata, sulle foglie fresche dell’insalata romana, per uccidere quelle brutte bestie ma la casetta si era riempita di cattivo odore e di luce fosforica, senza ottenere nessun risultato.

— Eppure fo di tutto per tener pulito — borbottò Tommasina, passando nella viottola del grande letto maritale, per svegliare la fanciullona che dormiva sempre.

La signora, mentre finiva di vestirsi, dette uno