Pagina:Serao - All'erta, sentinella!, Milano, Galli, 1896.djvu/187

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terno secco 173


— Eppure quel terno è uscito — disse ridendo, il giudice Scognamiglio, che non rideva mai.

— Combinazioni, Eccellenza, combinazioni — rispose filosoficamente lo sciancato, lasciando passare la bruttissima famiglia e salendo al terzo piano.

— Volevo Tommasina — disse zì Domenico a Caterina.

— L’aspettiamo da tanto tempo — disse quella con accento desolato. — Sarà andata ad esigere il suo terno.

— Io non credo che l’abbia giocato — disse misteriosamente lo sciancato.

— Perchè?

— Perchè chi sa così bene i numeri che escono è un illuminato da Dio, e queste persone non giuocano.

— I numeri erano di mamma mia — mormorò ingenuamente la ragazza.

— La quale, certo, non li ha giuocati — ribattè trionfalmente lo sciancato — Vostra madre è uno spirito buono, serve per far bene agli altri. Ditele che si ricordi di zì Domenico, sabato venturo. Anche io sono cristiano e poveretto.

La fanciulla, un po’ sgomenta, rientrò in casa, chiuse la porta, mentre lo sciancato se ne andava vacillando.

— Quanta gente avrà vinto! — mormorò la signora macchinalmente.