Pagina:Serao - All'erta, sentinella!, Milano, Galli, 1896.djvu/285

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trenta per cento 271


— Non ditelo, Eleonora. Possono ritornare i giorni belli per voi...

— No, no. Tutto è perduto, lo sapete.

— Promettetemi che farete di tutto, per scongiurare una parte della catastrofe.

— Come farò? — diss’ella, volgendo attorno lo sguardo smarrito. — Egli manca di casa da quattro giorni.

— Non sapete dove è?

— No: prima lo diceva: ora non lo dice più.

— Tornerà, forse...

— Chissà! — fece ella, sempre più turbata.

— Sentite, — soggiunse, con uno sforzo Paolo Collemagno — io penso a voi, sempre, in questa catastrofe. Se egli non distrugge le prove, se non parte, oltre all’onta di saperlo in prigione, oltre all’orribile rimorso della disperazione altrui, avrete tutto il peso della sventura: i carabinieri che lo cercheranno in casa vostra, l’ispettore della questura che verrà a perquisire le vostre carte, il giudice istruttore che vi chiamerà a testimone, tutto, tutto un dettaglio pauroso, disonorevole. O Eleonora, angiolo santo, come potrete sopportare ciò?

— Oh Dio, oh Dio — faceva ella, torcendosi le mani la disperazione.

— E pensare che non avete neppure dove ricoverarvi! — disse lui, disperato.

— Nessuno, nessuno.