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o giovannino o la morte | 325 |
tile sino al terzo piano: molti avrebbero potuto udire. Ma in quell’ora tutti erano a messa, e una gran quiete, un gran silenzio era nel cortile, da cima a fondo. I due giovani si guardarono con una tale intensità di sguardo e di silenzio che valse la parola più affettuosa. Il giovanotto biondo, bianco, alto, parlava sottovoce, guardandosi un po’ attorno, come timoroso, mentre la ragazza bruna lo guardava e gli sorrideva, senza parlare, vinta dall’emozione:
— Non sei andata alla messa? — disse Giovannino.
— No — fece lei.
— Perchè?
— Non ho voluto andarci.
— Di’ la verità: donna Gabriella ti ha maltrattata?
— No, no.
— Di’ la verità, Chiarina — e la voce di lui si fece più calorosa, più insistente.
— Abbiamo litigato — mormorò lei arrossendo, incapace di mentire.
— Perchè avete litigato?
— Perchè ti voglio bene.
— Mi vuoi veramente bene, veramente, veramente?
— Giovannino, tu lo sai.
— Non so niente, io — sussurrò lui, fingendo di dubitare.