Pagina:Serao - All'erta, sentinella!, Milano, Galli, 1896.djvu/344

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330 o giovannino o la morte

coste, era finita. La prima a rientrare nel palazzo fu la carrozza vuota della principessa di Santobuono che aveva riaccompagnato la signora nel gran palazzo di via San Giovanni a Carbonara: la dama era uscita prima degli altri dalla chiesa. Il cocchiere, sceso dalla cassetta, levò gli occhi in su, fece un sorrisetto vedendo i due innamorati e svestì tranquillamente la sua livrea. Poi venne la coppia Manetta, l’ex-cancelliere dava il braccio a colei che chiamava galantemente la sua sposa. Anche essi videro i due innamorati che ora si sorridevano, tacendo.

— Elisa?

— Che vuoi?

— Ti ricordi quando ci vedemmo a Santa Maria Capua Vetere?

— Mi ricordo.

— Ti ricordi Elisa che ti dispiacque lasciar la provincia?

— Mi ricordo.

— Non ti sei trovata meglio, a Napoli?

— Meglio.

— Benedetto Iddio! — fece il buon cancelliere.

La coppia Ranaudo veniva più piano: la coppia sorrise maternamente e paternamente vedendo i due innamorati.

— Gli schiaffi sono serviti a niente — osservò ridacchiando donna Peppina, sull’ampio ballatoio che dava sul cortile.