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364 o giovannino o la morte

sera, fra le altre, si sentì così male, che fu sul punto di svenire. Si fece bianca bianca.

— Andiamo via, — disse a Carminella.

— La funzione non è finita, — rispose la serva spaurita.

— Se resto un altro minuto, vengo meno.

A malincuore la pinzochera si levò e lentamente seguiva la padrona, quasi volesse costringerla a rallentare il passo. Ma costei, impaziente, nervosa, tornò indietro:

— Hai la chiave? — chiese.

— Non so....

— Devi averla, dammela.

Macchinalmente la serva gliela dette e la fanciulla si mise a correre, innanzi, ansiosa di essere a casa sua, per buttarsi sul letto, come morta. La serva, come trasognata, non sapeva affrettare il passo per raggiungerla. La fanciulla aprì rapidamente la porta di casa, ma dall’anticamera un rumore di voci la colpì, un rumore di voci che le fecero livido il pallido volto. Ebbe la forza per avanzarsi, di scostare pian piano le tende di broccato giallo, di vedere il suo fidanzato che baciava dolcemente sulle labbra la sua matrigna. Un grido acutissimo, terribile, che nulla aveva di umano, attraversò l’appartamento, fu inteso dappertutto, chiamò i pacifici abitatori del palazzo di Santobuono, un grido che essi non dimenticheranno mai più. Poi fu intesa una corsa furiosa di gente