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120 per monaca


lia pregava quietamente, senza turbarsi, presa sola da una pietà per la bellezza di Eva che andava a consumarsi in convento. Le due piccole Sannicandro, tanto carine sotto i cappellini neri, erano inginocchiate d’accanto, strette strette e dicevano il rosario insieme, la più grande cominciava, sottovoce, la seconda rispondeva, continuando; e pregavano fervidamente; un grande desiderio di salvarsi l’anima, di farsi monache, ambedue, veniva loro, avrebbero voluto diventare due santarelle, le due santarelle di casa Sannicandro: e Felicetta Filomarino, la fanciulla senza speranza e senza gioia, quella di cui tutti ignoravano il core, anziché perire nel peccato spirituale come Giovannella Sersale, cercava al Signore la vocazione di Eva. Tutte le donne pregavano, commosse dal fatto e dal rito, dando sfogo ai loro dolori nella contemplazione della candida creatura ventenne, che se ne andava a morire in convento: pregava finanche Elfrida Galeota, la zingarella divenuta contessa, pregava, rammentandosi le orazioni infantili che la vita randagia e gli stenti le avevan fatto dimenticare, pregava, col cuore umiliato nella vittoria, per colei che era stata sempre buona con lei, per Eva, che scompariva, volontariamente, dalla scena. E quella che più s’inabissava nella preghiera era Chiarina Althan, la creatura buona e intelligente: ella sola conosceva l’orrendo segreto che aveva distrutto la vita di Eva Muscettola, ella sola aveva la misura di quel sacrifizio, ella compiangeva la fanciulla, ma pregava per coloro che l’avevano uccisa, per coloro che mai più avrebbero avuto pace.

Il ponteficale finiva. Il cardinale, seduto, benedi-