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telegrafi di stato | 63 |
che era accaduto lassù. Un lampo guizzò nel cielo livido: e un forte tuono scoppiò, un fulmine era caduto in città. Tutte le macchine scricchiolarono, a tutti i reofori, a tutti i bottoncini, vi fu un fioco scintillìo: negli isolatori parve un fiammeggiamento. Il capoturno si presentò alla porta della sezione maschile e gridò:
— Temporale; vi è pericolo: linee alla terra! —
La vice-direttrice esitò un momento innanzi a una misura così grave, che si prendeva rarissimamente: ma un nuovo fulmine cadde più vicino.
— Linee alla terra! — comandò il capoturno.
Subito dopo una quiete si allargò nell’ufficio. Napoli era isolata: i tasti, le macchine, gli isolatori, parevano colti da una improvvisa morte: la corrente era morta. E attorno alla direttrice, che veniva dal cimitero, le ausiliarie, aggruppate, rimpiangevano Maria Vitale che era morta.