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La Conquista di Roma 129

vero? Sappiamo anche esser seri: per esempio, quando Giustini mi racconta la politica. Mi interessa moltissimo la politica: mi ci diverto. E voi?»

«E’ la sola cosa che m’interessa,» disse, un po’ rudemente, Sangiorgio.

«Oh, quanto mi ci diverto!» esclamò la signora, senza mostrare di aver notata la scortesia.

«Per divertircisi bisogna non amarla assai,» mormorò Sangiorgio, ma con tanta espressione che la bella contessa, profumata di viole, lo guardò un momento.

«Dunque, Giustini, fra un paio d’ore, nevvero? Onorevole Sangiorgio, sono in casa tutte le sere dispari, il tre, il cinque, il sette. Non vi obbligherò a prendere il thè. Si fuma da me. Io canto abbastanza bene. Non ci sono altre donne. Arrivederci, onorevole.»

E appena essi si scostarono, la carrozza fuggì verso Roma.

«Che è questa signora?» chiese Sangiorgio a Giustini.

«Che gliene importa, a Lei? Non Le piace?»

«... Sì, mi piace.»

«Ebbene, ci vada, la sera: si divertirà. E’ se-