Pagina:Serao - La mano tagliata, Firenze, Salani, 1912.djvu/106

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100 la mano tagliata.


— D’amore?

— Oh no!

— Di giuoco, allora! Ci scommetto che è di giuoco!

— Avete indovinato, contessa.

— Dio, quanti uomini ci prende, il maccao!

— È un giuoco veneziano, — disse, sorridendo, Alimena.

— Credete? — diss’ella, vivamente, sorridendogli.

— Lo sanno tutti. —

In questi pochi minuti di conversazione la bella contessa Clara Loredana aveva sempre guardato e sorriso ad Alimena, mentre Ranieri, appoggiato allo sportello, era un po’ nervoso. E, andandosene, la contessa lasciò un minuto la sua manina in quella del conte Roberto Alimena; e mentre si allontanava verso piazza Colonna, si voltò a sorridergli, mostrando i denti bianchissimi.

— Chi è, costei? — domandò Alimena, incuriosito.

— Una signora per metà.

— Avventuriera?

— Per metà.

— Misteriosa?

— Così, così.

— È ricevuta?

— Non dappertutto, ma quasi dappertutto.

— Maritata?

— Vedova.

— È esistito, un conte Loredana?

— Sì: nobiltà veneta, decaduta.

— È la vostr’amante, Ranieri?

— No: un flirt. Ma già infranto.

— Perchè?

Ella era gelosa.

— Ella?

— L’altra, Rachele!