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64 la mano tagliata.


— Sì.

— Che dicevano?

— Era vostro padre. Disse questo: «È stata una crudeltà, una infamia.» E l’altro: «Iddio è crudele e la scienza è infame.»

— Oh, Signore! — esclamò Rachele, rabbrividendo.

— Non avrei ritenuto queste parole: ma le ho ripetute molte volte, per impararle a memoria e potervele dire.

— Erano irritate, le voci?

— Molto commosse: però gridavano.

— E poi?

— Non udii altro.

— Rimane molto tempo questo sconosciuto?

— Un’oretta, quasi sempre. Il signor Mosè lo accompagna per le scale, apre e richiude il portone: dopo se ne va a letto.

— E hai udito, spesso, entrare quest’uomo?

— Così....

— Una volta la settimana, per esempio?

— No: certe volte sta un mese senza venirci.

— Ah!

— Ma l’ho inteso anche venire tre o quattro notti di seguito....

— Veramente?

— Sì: nell’ottobre scorso. Ogni notte, alle tre. Smuovevano anche degli oggetti, con vostro padre. Ho udito lo stridere di una serratura. Poi, un profondo sospiro.

— Di chi? Di chi?

— Di vostro padre.

— È orribile, orribile, — disse Rachele, al colmo del terrore.

— Non vi sgomentate, fidate in Dio, — disse la serva Rosa, segnandosi, come faceva sempre quando nominava il Signore.

— Dio? Dio? E mi vorrà aiutare? — domandò