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Sogno di una notte d'estate 313


glio si agitava ed egli ne vedeva luccicare le stelline:

— Siete voi, che avete quel ventaglio?

— Sì; perchè?

— Perchè pare un pezzo di firmamento.

— Non mi burlate — disse lei un po’ seria.

Parlavano così tranquillamente, come se stessero in un salotto di conversazione: ma le notti estive sono così belle a Napoli, ed è così naturale stare al balcone, o sulla terrazza o nelle vie, è così naturale la chiacchiera all’aria aperta! Certo l’elegante addetto non avrebbe fatto così a Bruxelles, o a Copenaghen, dove le notti sono gelide, e i balconi hanno triplici imposte: nè con le dame della società sua, si sarebbe permesso una simile famigliarità. Appunto per questo egli trovava gusto in questa conversazioncella borghese con una semplice ragazza, da un balcone all’altro, dimenticando la profonda noia e il disgusto che lo avevano assalito mezz’ora prima. Adesso, sorgendo da quel poco di mare che si vedeva dai balconi, un globo rossastro si levava nel

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