Pagina:Serao - Leggende napoletane, Roma, Perino, 1895.djvu/119

Da Wikisource.

Donna Romita, Donna Regina 115

anche una superba bellezza: bruni e lunghi i capelli nella reticella di fil d’argento, stretta e chiusa la fronte, gravemente pensosi i grandi occhi neri, severo il profilo, smorto il volto, roseo-vivo il labbro, ma parco di sorrisi, parchissimo di detti; tutta la persona scultorea, altera, quasi rigida nell’incesso, composta nel riposo. E lo spirito di Regina, per quanto ne poteva ricavare l’indiscreto indagatore, rassomigliava al corpo. Era in quell’anima un’austerità precoce, un sentimento assoluto del dovere, un’alta idea del suo còmpito, una venerazione cieca del nome, delle tradizioni, dei diritti, dei privilegi. Era lei il capo della famiglia, l’erede, il conservatore del nobil sangue, dell’onore, della gloria; era nel suo fragile cuore di donna che dovevano trovare aiuto e sostegno queste cose — ed ella nel silenzio, nella solitudine, si adoperava ad invigorire il suo cuore: a farvi nascere la costanza e la fermezza, a cancellarvi ogni traccia di debolezza. A volte nel suo spirito, sempre freddo, sempre teso, pas-