Pagina:Serao - Leggende napoletane, Roma, Perino, 1895.djvu/223

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leggenda dell'avvenire 219

tasia popolare, io voglio castigarti, cattiva fanciulla. Io voglio far un'opera crudele e disonesta: voglio, narrandoti la fiammeggiante leggenda dell'avvenire, distruggere il tuo mordente sorriso, farti impallidire le guance e farti fremere ogni fibra del corpo, ogni piega dell'anima, pel raccapriccio e per l'orrore.

Oggi la città è bella perché così Iddio la volle, mentre poco la vogliono così gli uomini. Ma quando nella morbida e indolente natura dell'uomo sarà entrata quella vivacità attiva ed operosa che non si perde in vuoto cicaleccio, in vaghe aspirazioni ed in sogni grandiosi; quando alla lenta coscienza che si addorme volentieri nell'ammirazione sarà subentrata l'operosa coscienza che tenta vie migliori e di niuna s'appaga e cerca raggiungere l'alto scopo con ogni sforzo; quando alla fantasia che crea, alla mente che trova, alla intelligenza che indovina, non rimarrà più disub-