Pagina:Serao - Piccole anime, Milano, Galli, 1890.djvu/145

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gli spostati 143


vive in questo grande andirivieni, tra una folla che si rinnova sempre. Ha una stanzetta che è un amore e uno studiolo col pianoforte, ma se la gente è molta, bisogna finire per cedere anche il suo quartierino, e la bimba con la cameriera passano, di stanza in stanza, dormendo ora qua ora là, accampate, salendo dal primo al quinto piano. La bimba finisce con istudiare un quarto d’ora la sua lezione di pianoforte, nel salone, tra il chiacchiericcio inglese, tedesco, francese. I viaggiatori le sorridono, le parlano, la baciano, ed ella ha imparato a non infastidirsi, a sorridere macchinalmente, a fare la riverenza, a dire: «J’aime beaucoup la France, monsieur.» Tutti questi visi estranei, indifferenti, sempre in arrivo, sempre in partenza, le passano innanzi come una fantasmagoria, e lei ha già imparato a ricondurre un viaggiatore fino alla porta, a mandargli un bacio di addio e a stringersi nelle spalle, quando è partito. Ella sa pranzare a tavola rotonda, rifiutare una pietanza, piegare il