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canituccia 57

Dì la verità, hai perduto Ciccotto? — e la voce rabbiosa di quella vecchia zitella contadina divenne tremenda.

Canituccia si gettò per terra bocconi, con le braccia aperte, singhiozzando. Aveva perduto Ciccotto.

— Ah, scellerata, assassina della casa mia, figlia di mala femmina, che non sei altro! Hai perduto Ciccotto? E tieni. Hai perduto Ciccotto? E piglia. Hai perduto Ciccotto? E afferra.

La caricava di pugni, di calci e di schiaffi. Canituccia si dibatteva, si avvoltolava, strillava, ma senza piangere. Quando Pasqualina si fu stancata, le dette uno spintone e disse con voce arrantolata:

— Senti, malandrina, io ti tengo in casa per carità: se mo’ non ti parti e non vai cercando Ciccotto per la campagna, se non lo riporti a casa, ricordati che ti faccio morire crepata sulla via, come una figlia di cagna che sei.

E Canituccia, strillando ancora per le busse avute, coi piedi scalzi, rialzando il suo cencio