Pagina:Serao - Vita e avventure di Riccardo Joanna, Milano, Galli, 1887.djvu/178

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168 i capelli di sansone.

chinalmente, cavò di tasca un taccuino, ne lacerò una paginetta e ci scrisse:

“Caro Carlo, non posso farti il concerto Cesi, vengo alle cinque in ufficio a fare il giovedì santo a San Pietro. Ciao. — Riccardo.”

Non osando salire in ufficio, passando innanzi il portone del Quasimodo, lasciò il bigliettino al portinaio, perchè lo portasse su al direttore del giornale, e fece galoppare il cavalluccio della botte verso San Pietro, vinto da una grande impazienza, cercando domare la febbre dei suoi polsi. L’atmosfera fresca e la penombra della basilica lo calmarono subito: tanto che essendovi entrato di corsa, immediatamente rallentò il passo, placato, felice, come l’uomo che è accanto alla felicità. Donna Caterina Spinola non si vedeva, la basilica era quasi vuota, e in fondo ad una cappella laterale, certi preti e certi diaconi cantavano nasalmente, inascoltati, le antifone della passione di Gesù. Riccardo andava attorno, senza far rumore, cercando il cappello piumato di donna Caterina, sapendo di doverlo trovare da un minuto all’altro. Infatti vide un’ombra nera inginocchiata al cancello di bronzo della cappella di papa Della Rovere; le si accostò, la lasciò pregare, non le disse nulla, non la chiamò. Ella sapeva bene che egli era là, ma reclinato