Pagina:Serao - Vita e avventure di Riccardo Joanna, Milano, Galli, 1887.djvu/186

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176 i capelli di sansone.

mamente, la piccola signorina Beretta, dal pallore di avorio giapponese, dai lunghi pensosi occhi giapponesi.

“Mi faccia vedere.... delle scatole da thè.”

Mentre lui sogguardava la porta, sperando di veder entrare la contessa, la signorina dalle lunghe mani candide, dalla vocina discreta, veniva disponendo, innanzi a lui, le scatole di lacca bruna su cui si rileva qualche bizzarro fiore d’oro, le scatole di legno leggerissimo dove s’incrosta qualche piccolo animale metallico, madreperlato, una lumachetta, una mosca, un ragno; le scatole di metallo traforato, dove la pesante materia è vinta dal magistero di un lavoro che la fa rassomigliare a una trina.

“Bambou con applicazioni di metallo; cloisonné, metallo dalla patina di porcellana; avorio scolpito,” mormorava la signorina vestita di nero, portando le scatole brune, azzurre, gialle.

La sottile seduzione di quegli oggetti singolari cominciava ad invadere il cervello di Joanna, prestandosi alle morbose raffinatezze sensuali dei suoi gusti. Quella bizzarria poetica di forme, quella morbida attrazione misteriosa che sta nelle cose dell’estremo Oriente, quella visione di colori e di linee piene di un senso strano andavano sino al cuore ammalato di