Pagina:Serao - Vita e avventure di Riccardo Joanna, Milano, Galli, 1887.djvu/194

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184 i capelli di sansone.


“Non le ho,” fece costui, togliendosi la sigaretta.

“Cerca bene, te ne prego; fammi questo favore.”

“Sai che conto di anticipazioni è il tuo?”

“Gargiulo, non mi fare la predica, ho da pagare dodici lire di carrozza.”

“Perchè vai dietro le donne?”

“Sono le donne che mi vengono dietro,” fece l’altro, con un moto di fatuità.

Gargiulo, aprì il cassetto, frugò, rovesciò una scodella di soldoni, lentamente, fumando sempre, facendo fremere d’impazienza Riccardo, contento di tenere nelle sue mani scarne di amministratore quel bel poeta fortunato, la cui voce tremava di dolore come se gli cercasse l’elemosina.

“Eccone venticinque....”

“Non basta, non basta, cerca bene.”

“Ventisette, trenta.... trenta dovrebbero bastarti, devi darne solo dodici al cocchiere....”

“E pranzare? fa’ un miracolo, Gargiulo, pesca almeno quaranta lire, te ne prego....”

“Impossibile, contentati di trentacinque lire, te le do del mio.”

“Sia,” fece l’altro con un sospiro doloroso.

“Ma mi devi fare un sonetto, un bel sonetto per nozze, da stamparsi sul raso.”