Pagina:Serao - Vita e avventure di Riccardo Joanna, Milano, Galli, 1887.djvu/213

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i capelli di sansone. 203


“Bel letto freddo e molle, per dormire,” disse Riccardo malinconicamente.

“O per morire,” ribattè donna Tecla.

“Come Amleto.”

I gruppi si erano sciolti e formati di nuovo, due altri signori erano arrivati. Donna Clelia Savelli aveva presentato Riccardo Joanna a donna Beatrice di Santaninfa: essa lo aveva accolto con un sorriso di sicurezza. Egli taceva, donna Clelia parlava.

“Figurati, Beatrice, che mentre stavo bibelottando sola sola con questo caro signor Joanna, sai che malinconia è bibelottare in solitudine. A chi dire: quanto è bello? con chi dividere la propria gioia? nel negozio di antichità si sente il bisogno del consorzio umano: io amo il prossimo mio, quando compro uno stipo o un piviale. Così.... ho sequestrato Joanna oggi, per tre ore.”

“I suoi parenti saranno stati inquieti,” mormorò donna Beatrice, dicendo profondamente questa banalità.

“Io non ho parenti, signora.”

“Ma se sapessi, cara, se sapessi!” riprese stordita, leggiera come una capinera, donna Clelia. “Abbiamo visto tante stoffe così belle, dalla Beretta, che vi era da cadere in deliquio. Oh, Joanna è un buon compagno: lei verrà spesso con me, nevvero?”