Pagina:Serao - Vita e avventure di Riccardo Joanna, Milano, Galli, 1887.djvu/235

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il quarto d’ora di rabelais. 225


“Facciamo dei sacrifizi, intanto, per aiutarlo: io non ho un soldo.”

“Io neppure,” disse Bertarelli.

“Tu sei un animale,” disse Frati.

“Io non ho che il mio stipendio di travet riscosso oggi,” disse Stresa.

“Io impegnerò la pelliccia e il fucile,” disse Bagatti.

“Bene: sarà un acconto per la tipografia,” disse Frati.

“Andrò a parlare col ministro d’agricoltura e commercio,” disse Malgagno.

“Ma si vuole ammazzare?” domandò Bertarelli.

“È un disperato,” disse Frati.


Com’era caldo, grasso, confortevole il Caffè di Roma alle sette di sera, con tutto il gas bruciante, col brodo alitante, con la carne odorante!

La gente stanca della giornata laboriosa o seccata della giornata oziosa, si abbandonava alla delizia del cibo, e una eccitazione saliva dallo stomaco al cervello scotendo tutti i nervi del corpo, svegliando l’allegrezza negli spiriti. In un angolo, in fondo alla sala, una tavolata di artisti e di giovanotti eleganti romoreggiava lietamente; a un altro tavolo un deputato