Pagina:Sermoni giovanili inediti.djvu/137

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le imposte. 133

     Il prezzo delle cose agita, e volge
     245Del mercato le sorti. A che mi stillo
     Dunque il cervello a raddrizzare il becco
     Dello sparviero? Giudice e maestro
     Ed arbitro supremo il caso sia,
     Ch’esso è duce e signore e la contesa
     250Vana sarebbe. È cieco il caso? Oh! quanto
     Di coloro, che credon di vedere,
     Ed han la vista più dell’ugne corta,
     Meno in fallo cadrebbe il caso cieco!
     A che le imposte varïate e strane,
     255E le mobili e immobili tariffe,
     Gli armati sgherri ed i tranelli infidi,
     Quando per se medesmo il carco scende,
     E con moto invincibile si parte
     Sugli omeri diversi? Unico e solo
     260Un carico s’imponga, e la sua legge
     Segua, com’acqua in disugual terreno
     Caduta, la nativa indol seguendo.
     Con certo e naturale ordin si appiana.
La sofistica nebbia al primo raggio
     265Si dilegui del ver. Volge alla china
     E si dilata il liquido elemento,
     Se noi rattenga delle opposte dighe,
     Delle sponde e degli argini riparo.
     Che al valor degli obbietti si disposi
     270Delle imposte il valore, e intenda e mova
     Equabilmente a spargersi d’intorno,
     Io nol ti niego allor, che ostacol nullo
     Ne impedisca il connubio, o ne distorni,
     Ne rallenti o ne fermi il moto impresso.
     275Se la sorgente inaridisci, asciutto
     Colla povera arena il letto giace
     Dello sperato rivo; e se alla foce