Pagina:Sermoni giovanili inediti.djvu/148

Da Wikisource.
144 sermone decimoquinto.

     15Discordanti divisa? Il denso buio,
     Che la faccia del vero a noi contende,
     Dall’occhio disgombriam. Pari siam tutti
     Dinanzi a lui, che di una sola argilla
     L’uomo compose, e coll’eterno fiato
     20Addentro vi spirò; ma i doni suoi
     Così comparte, che dall’imo al sommo
     Niuno a sè basti, e dove il volgo insano
     L’ingiuria accusa di fatal decreto,
     Ivi della superna arte si pare
     25Il mirabile intento. Agile e pronta
     Ora ci desta la segreta fibra,
     Or tarda e lenta, or vigorosa o molle;
     Come il vibrar delle commosse corde
     Con vario metro a varïate tempre
     30Acuto o grave, placido e soave
     O severo risponde; e tale n’esce
     Armonïoso suon che, a farne fede
     Della celeste melodia, disceso
     A noi quasi diresti. In cotal guisa
     35Se fra gli uffici vari, onde il civile
     E riposato vivere si abbella,
     Ognuno intenda a quel, cui la nativa
     Indol gli détta, e coll’ingegno e l’opra
     A sè giovando altrui giovi, non fia
     40Che disconosca l’alto magisterio,
     Che le sublimi all’umili fatiche
     Ed al privato il comun bene intreccia
     Sì, che l’indissolubile catena
     Prima sciolta cadrà, che un solo perda
     45Nodo spregiato. Ma per quanto salga
     In altezza di stato o in basso volga,
     L’uomo è pur sempre stimolato ai fianchi
     Dal doloroso pungolo, che fuori