Pagina:Sermoni giovanili inediti.djvu/19

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l’economia sociale 15

Fremè dannato ai colpi della verga,
E furon l’arti misero retaggio
165Ed abborrito dello schiavo armento;
Od il livido servo e bieco, al piede
Le sue catene lento trascinando,
D’infecondo sudor bagnò la gleba;
O l’ignudo vassallo al suo signore
170Offrì tributo delle notti insonni,
L’acqua battendo a discacciar la rana,
Che dell’alto signore i lunghi sonni
Coll’importuno gracidar turbava;
Forse poteva balenare il raggio
175Che ora ne guida a rintracciar la via,
Ch’entro la cerchia delle industri prove
Iddio segnava ai popoli diversi?
Mutano i tempi, e mutano le forme,
Ma il cieco istinto e la fidanza dura
180Di chi a potenza e a nobiltà di stato,
II suo vicino dispogliando, agogna.
Ai sanguinosi e barbari conquisti
Succedetter le barbare tariffe
Non sempre, il credi, d’uman sangue monde.
185Disciolti i ceppi del servaggio antico,
E le merlate torri al suol cadute,
Una larva famelica d’intorno,
Che monopolio o privilegio è detta,
Copertamente aggirasi, le vene
190Senza pietà succhiando e senza posa.
Contro la guerra dell’error la pugna
Breve non è, se a verità contrasta
Dei costumi, del tempo e di fortuna
Il prepotente imperio. Al tuo volume
195Ricorro e noto, che la sua dottrina
Sempre a giustizia e ad onestà si attempra,