50Di conforti ricambio, onde ciascuno
L’un l’altro aiuti a sopportar la croce
Ai nostri omeri imposta; affinchè degni
Il soffrire magnanimo, la fede
Salda nel bene e l’operoso amore 55Ne renda dell’eterna aurea corona
Che Dio riserva ai popoli redenti.
Chi nel senso mortal vegeta e cresce
Quasi animata pianta, e in sè la pura
Arder non sente angelica favilla, 60Che la mente ed il cor agita e inspira,
Se il fango lasci, ch’egli chiama vita,
Crede e teme morire, e mai non visse.
Ma chi le fuggitive ore segnate
Al terreno suo corso, umile e pio, 65Senza ipocrite larve a Dio sacrava,
O l’ingegno o la mano affaticando
In provvide severe o industri cure,
Ed agli altri porgendosi benigno
D’opra e consiglio; con sereno volto 70China alla morte il capo, e scioglie il volo,
Da superne speranze avvalorato,
Dove comincia la seconda vita.
E vivendo nel cielo, in terra lascia
Una mesta e soave rimembranza, 75Che a morte fura il desïato nome
Sculto nei freddi marmi e più nei petti
D’amore accesi e di pietà; chè tarda,
Ma certa spesso dell’ingrato mondo
È la pietà che le virtudi onora 80Di quanti, agli altri più che a sè devoti,
Trassero i giorni faticosi ed egri,
Nell’adempiuto ben solo conforto
Quaggiù trovando, pria che nell’angusta