Pagina:Sermoni giovanili inediti.djvu/213

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il compianto. 209

     50Di conforti ricambio, onde ciascuno
     L’un l’altro aiuti a sopportar la croce
     Ai nostri omeri imposta; affinchè degni
     Il soffrire magnanimo, la fede
     Salda nel bene e l’operoso amore
     55Ne renda dell’eterna aurea corona
     Che Dio riserva ai popoli redenti.
Chi nel senso mortal vegeta e cresce
     Quasi animata pianta, e in sè la pura
     Arder non sente angelica favilla,
     60Che la mente ed il cor agita e inspira,
     Se il fango lasci, ch’egli chiama vita,
     Crede e teme morire, e mai non visse.
     Ma chi le fuggitive ore segnate
     Al terreno suo corso, umile e pio,
     65Senza ipocrite larve a Dio sacrava,
     O l’ingegno o la mano affaticando
     In provvide severe o industri cure,
     Ed agli altri porgendosi benigno
     D’opra e consiglio; con sereno volto
     70China alla morte il capo, e scioglie il volo,
     Da superne speranze avvalorato,
     Dove comincia la seconda vita.
     E vivendo nel cielo, in terra lascia
     Una mesta e soave rimembranza,
     75Che a morte fura il desïato nome
     Sculto nei freddi marmi e più nei petti
     D’amore accesi e di pietà; chè tarda,
     Ma certa spesso dell’ingrato mondo
     È la pietà che le virtudi onora
     80Di quanti, agli altri più che a sè devoti,
     Trassero i giorni faticosi ed egri,
     Nell’adempiuto ben solo conforto
     Quaggiù trovando, pria che nell’angusta