Pagina:Sermoni giovanili inediti.djvu/49

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il commercio. 45

A sua posta governa? — Egli non fia
A te soggetto men col suo dimando,
Che deluso riman finchè la mano
Incauto neghi alla gentile offerta
315Nè tu la rifiutare, anzi l’accogli
Con lieto viso allor che la tua vinca
Di bellezza e bontade, è minor prezzo
Chieda in ricambio, se minore oltraggio
Ebbe dal loco o dall’ingordo fisco.
320Il proprio carco rovesciar procuri
Sull’emulo vicin; ma il duro colpo
Sulla merce ricade, e doppio peso
Alle mie spalle, che alleviar presumi,
Colla gabella e il gabelliere arrechi.
325D’invidia più che di pietade è degno
Quei, che scotendo l’omero disciolto
D’ogni balzello, per le rotte vie
E mal secure il piede egro trascina.
Tu pel sentiero facile, che appiani
330Con dispendio di tempo e di fatica,
Senza sospetto mercatando vai;
Ma se all’entrare dell’esterna merce
Opponi insuperabile barriera,
A che sudar pel migliorato calle,
335A che vegliar con numerose squadre?
Il terreno s’avvalli e s’impaludi;
Cessan veglie e sudori, e il vóto è pieno.