Pagina:Sermoni giovanili inediti.djvu/66

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62 sermone settimo.

     95Sempre sorrida desïata e cara
     Ai popoli che il monte o il mar diparte:
     Di nemica stagion non tema oltraggio,
     E la purezza sua nelle sue parti
     Integra serbi, e nella faccia impresso
     100Il marchio incancellabile ne porti.
     Molto tesoro acchiuda in picciol seno,
     E lieve lieve e rapida si aggiri,
     Quasi non vista trapassando dove
     Oda richiamo. I lucidi metalli,
     105Onde l’uno del Sole il lampo imita,
     E l’altro piglia dalla sua sorella
     La pallida bianchezza, al grande ufficio
     Chiamati furo dal voler concorde
     Della più antica e della nova etade.
110Al vario delle cose ordiue e pregio
     Essi rispondon con diverso cerchio.
     Io richiedo il tuo drappo e a render pronto
     Sono il cocchio leggier che il drappo vale.
     Ma tu ricerchi di novella Aracne,
     115Cui giova il corso di leggiadra biga,
     Il trapunto finissimo che cede
     Ad esso di valore, onde il mio cocchio
     Bipartito sarebbe. Il cocchio io lascio
     Incontro a dieci annoverati dischi
     120Di sonante metallo, e a te li sciolgo
     Pel misurato drappo, e tu ne versi
     Cinque, e due volte del gentil trapunto
     Farai nelle vetrine avida mostra.
Se dalla mira non declina il dardo,
     125Tu del raro metal, che una possanza
     Maggiore acquista dalla sua rarezza,
     Il verace comprendi uso. La ruota
     Che cigolando s’arresta per via,