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tre ci invita, mentre s’aspetta, a riflettere più curiosamente sulle qualità e sugli elementi della nostra stessa aspettazione. Voi sapete che non è una figura retorica, poichè anche se vogliamo lasciar da parte le parole grosse, e la coscienza letteraria nazionale e tutto il resto, è pur certo che la pubblicazione di quello che riuscirà, bene o male, il Corpus degli scrittori d’Italia, è un fatto abbastanza importante da meritare d’essere considerato in se stesso e nei movimenti di spirito donde nasce e anche in quelli che suscita; sieno essi di consenso o di desiderio o di dubbio o di qualunque altra natura.

Il primo sentimento ch’io provo è del tutto personale; di una moderata allegrezza. Penso che potrò avere finalmente a portata di mano (se non proprio di borsa.... ma pazienza!) una raccolta di tutti gli scrittori e di tutti i volumi che mi possono bisognare. Una raccolta seria, solida, uniforme; questa è una gran bella cosa per colui che ha dovuto fino ad oggi combattere con tutte le insidie del mercato librario.

È inutile ch’io ricordi difficoltà e disavventure che ognuno conosce per esperienza. Chi non ha provato, da quel momento in cui l’amore delle parole scritte cominciò ad operare più consapevolmente nell’animo, il difficile desiderio di costituirsi una biblioteca di classici? E del resto tutte le biblioteche, che un uomo raduna per proprio uso, sono di classici; cioè i libri destinati a es-