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246 scritti di renato serra

importanti in Francia: è inutile far paragoni fra le cose che stampa la Nuova Antologia e la collezione del Mercure, o fra i Cahiers de la Quinzaine e i Quaderni della Voce. Ma non c’è più neanche editori come potevan essere Lemonnier o Barbèra quaranta anni fa; c’era Zanichelli, che pareva voler essere il nostro Lemerre, col suo Parnaso un po’ bolognese, ma eletto; e oggi si è accostato al modello usuale, nei fregi, nelle sincronie, e sopra tutto nella scelta della materia.

Del resto Treves e Bontempelli, Bemporad e Puccini, Peritila e Lattes e Sandron e via via, hanno tutti, press’a poco, lo stesso eclettismo. Il caso di Treves che stampava l’altro giorno la Storia del De Sanctis in concorrenza con Laterza è significativo.

Uno dei loro volumi può essere indifferentemente romanzo, poesia, critica, storia, conferenze; senza molta garanzia del contenuto: anzi, molto spesso, il lusso e le novità tipografiche ci accompagnano la roba più scadente. Ma non è tutta colpa degli editori; i quali qualche volta, hanno delle intenzioni brillanti e non trovan gli scrittori per realizzarle. Son parecchie le collezioni, come quelle di Formiggini, per es., iniziate con un certo decoro e con pretese artistiche; che vanno poco oltre la copertina. Lo stesso accade per altre collezioni di poesia, di novelle; si fermano presto, senza altra novità che i fregi e le xilografie, che il più delle volte sono anche detestabili.

Qualche edizione par che riscuota più fiducia; come Treves — la sua è quasi sempre roba che va, che si fa leggere, indipendentemente dal valore intrinseco — Baldini e Castoldi per i romanzi, e fra i nuovi Puccini.