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CAPITOLO PRIMO.

LA SITUAZIONE NEL 1866.


La situazione in Italia al finir del 1866. — Speranze deluse. — Insuccesso delle operazioni militari. — Discordia nei generali comandanti. — Operazioni militari. — Gravi inconvenienti nel comando. – Ritirata ed inazione non giustificate. — Custoza e Sadowa cambiano la situazione. — Napoleone arresta Bismark e si fa cedere il Veneto dall’Austria. — Indecisione del Governo Italiano. — Lissa. — Audacia tardiva e nociva. — Confusione nei partiti e nel ministero. — Mirabile condotta di Lamarmora. — La sospensione delle ostilità. – L’armistizio di Cormons. — Difficoltà per le basi della pace. – L’Italia non fu umiliata.


La situazione interna politica dell’Italia, al finir del 1866, era ben difficile a definirsi.

Se dopo il 1849 fù costante l’idea di una rivincita contro l’Austria, e che l’Italia dovesse farsi tosto o tardi; tale opinione era ancor più forte dopo la Crimea, il 1859, ed il 1860. Era convincimento generale che la questione del Veneto doveva risolversi, ed il contegno ostile dell’Austria rendeva sempre più indispensabile una soluzione.

All’estero la situazione politica era stata abilmente preparata da Lamarmora. Conosceva egli l’ambizione di Napoleone III di mandar all’aria i trattati del 1815, ed acquistare le così dette frontiere naturali della Francia. Il 1859 gli aveva dato le Alpi; ora ambiva il Reno.

Valendosi di tale idea, e dell’antica promessa dall’Alpi all’Adriatico, Lamarmora si assicurò l’appoggio di Napoleone. Giovandosi poi della gara ambiziosa di dominare la Germania, insorta e crescente tra l’Austria e la Prussia, conchiuse con quest’ultima Potenza una mutua alleanza.

Alleanza che l’Austria, fiduciosa nelle belle parole che Napoleone diceva alla moglie dell’ambasciatore Metternich, si prestava inconsciamente a rafforzare colla sua minacciosa alteriggia verso l’Italia e la Prussia.