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cessione del veneto. 25

brogliare vieppiù la S. V. poichè le mie idee non sono sempre quelle del Governo. Quindi nei casi dubbi Le dò volontieri il consiglio che mi chiede, senza obbligo in Lei di seguirlo. Quando riceve direttamente dai vari ministri ordini od istruzioni, faccia pure, senza credersi obbligato di rendermene conto.„

Egli infatti, mi secondò e favorì in tutto. Sino al punto di rimandare a me i commissari austriaco e francese, se rivolgevano a lui qualche comunicazione o domanda. Ritrovai Cialdini quale mi fù ripetutamente nelle provincie meridionali.

Combinata coi comandanti dell’artiglieria e del genio, e coll’Intendente generale militare la composizione delle varie commissioni, andai a Venezia, in piena assisa di generale, col capitano di Stato Maggiore Bosco di Ruffino, ed i miei due aiutanti di campo, tenenti Filippo Castelbarco-Albani, e Pierino Negrotto-Cambiaso.

Salutato in Canareggio, e lungo tutto il Canal grande, e Riva degli Schiavoni dalla popolazione, lo fui pure dalla sentinella croata posta all’Albergo Danieli, perchè vi alloggiava Mœring.

Andai a far visita al generale Lebœuf. Per cominciare gli dissi subito che l’avevo visto pella prima volta in Crimea, quand’ero addetto al quartier generale francese, ove tutti gli uffiziali parlavan di lui con elogi, ch’egli confermò più che mai nel 1859, quand’era comandante generale dell’artiglieria. Lo trovai loquace, e con un certo fare protettore leggermente urtante, ancorchè addolcito dalle melliflue mie parole. Fattemi conoscere le basi concertate coll’Austria pell’accettazione facoltativa od obbligatoria, aggiunse che in caso di dissenso, dovevasi stare all’arbitraggio della Francia. Mi offriva i suoi buoni uffizi.

Finsi di nulla sapere. Lo ringraziai, e si fissò un convegno pel domani, da tenersi presso di lui, come più anziano. Perchè sebbene il Ministero degli esteri m’avesse fatto Luogotenente generale, non lo era. Ma, seguendo il suggerimento dello scrupoloso generale Valfrè, firmai come generale di divisione, ed era vero poichè comandava una divisione.

La visita ai generali Alemann, Schönhals e Mœring andò benone. Coi due primi trovai antecedenti, con Mœring vi fù corrente di simpatia, e sperai comune antipatia verso Lebœuf.