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cessione del veneto. 39

Governo, i generali austriaci erano felici di lasciarmi fare senza compromettersi. A modo di esempio, dovevansi scarcerare i detenuti politici, stante l'amnistia, Ministero e Legazione avevano scritto ma nulla erasi ottenuto. Andai da Alemann, e due giorni dopo erano rilasciati per ordine telegrafico. Chi sa poi se fossero tutti politici. Alemann temeva andassero ad eccitare perturbazioni. Lo assicurai che ciò non avverebbe, e la mia buona stella mi diede ragione. La difficoltà maggiore era coi pseudo-austriaci, cioè gl1 impiegati italiani del Governo austriaco.

Una sera, avevamo finito di pranzare, mi arriva Alemann con un borghese. Era concitato e veniva per lagnarsi direttamente con me delle ingiurie ed insulti usati al signor Ramponi, lì presente, chiesi ad Alemann cosa era questo signore — un commissario di polizia. — Probabilmente veneziano? — sì. — Proseguendo in francese come usava con Alemann, gli espressi il mio rammarico dell'accaduto, ed avrei fatto dare riparazioni se il signor Ramponi poteva e voleva darmi le indicazioni necessarie. Poi volgendomi al Ramponi, fingendo che Alemann non capisse l'italiano, gli dissi che mi stupivo ch'egli osasse rimanere in Venezia, ove aveva recato tanto danno ai suoi concittadini. Guai per lui se gl'italiani volevano portarsi con lui, come egli si era comportato con loro. Venisse pure a darmi le indicazioni richieste al generale, ma gli dichiaravo che il suo richiamo passato, e quello che fosse per fare mi toglievano ogni stima per lui. Il meglio per lui era di lasciar Venezia al più presto.

Rivoltandomi quindi ad Alemann gli dissi in francese, che aspettavo dal Ramponi le indicazioni chiestegli, e l'accertavo che non gli avrebbe più portata lagnanza. Ramponi annichilito non fiatava. Alemann, che forse non aveva capito le mie parole pronunciate con molta precipitazione, vedendo l'altro calmo, si mostrò soddisfatto, mi strinse amichevolmente e se n'andò, mentre Ramponi si ritirava dal suo canto.

Ridemmo coi miei uffìziali di questa scena bilingue.

Molte furono queste recriminazioni d'impiegati italo-austriaci, ma tutto finiva bene dopo una mia conferenza con Alemann.

La cessione delle fortezze si fece nel modo seguente per Peschiera