Pagina:Settembrini, Luigi – Ricordanze della mia vita, Vol. II, 1934 – BEIC 1926650.djvu/12

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6 parte terza - capitolo i [292]


forsennato: giunge al lido, e veduta la galeotta che spiegava le vele e si traeva dietro la barca, slanciasi nell’acqua, e nuota, e giunge, ed offresi di andare schiavo col figliuolo. Si rallegrano i ladri di questa nuova preda; e si rallegra l’amoroso Pasquale di abbracciare il diletto figliuolo, e spera di potergli serbare l’onore e la fede. Giunti in Tunisi, il bey, scegliendo fra i catturati, compera il fanciullo, il padre ed un altro: e vuole che il fanciullo lo serva in casa, e gli altri due lavorino ne’ giardini. Lavorava il buon Pasquale, e di continuo teneva gli occhi sul figliuolo, che per la fresca etá e l’avvenenza della persona aveva pur bisogno di chi lo tenesse saldo nella fede di Cristo, e gli desse forza a resistere alle insidiose promesse di ricchezze e di onori che gli faceva il barbaro padrone. Scrisse il dabben uomo alla moglie, fece vendere ogni masserizia, e raggruzzolati quanti denari potè, aggiuntine altri dai buoni frati di Santa Maria della mercede della redenzion de’ cattivi, dopo due anni riscattò il figliuolo. E poi che l’ebbe baciato e benedetto, lo mise in barca per l’Italia, e ringraziò Iddio che aveva liberato quel suo caro innocente dai pericoli della schiavitú. Indi ad un anno fu riscattato anch’egli ed i compagni.

Intanto essendo re Ferdinando I di Borbone, fu mandata in Ponza una colonia di molti condannati per vari delitti, e furono invitate ad andare ad abitarla molte famiglie povere di Torre del Greco, cittá allora distrutta dal Vesuvio, e pescatori d’Ischia. E volendosi ripopolare anche Ventotene, vi furono primamente mandati nel 1768 dugento galeotti a costruire le case per la colonia, ed un castello per un bastevol presidio di soldati. Questa povera gente finí le fabbriche, ma quasi tutti morirono, perché la notte eran rinchiusi nelle rovine di una antica, vasta ed umida cisterna romana. Nel 1771 vi andò la colonia: erano tutti ladroncelli, ai quali furono date in mogli alcune donne condannate: vi corsero ancora famiglie di Torre del Greco e d’Ischia; tra le quali Pasquale Regine con la moglie ed il figliuolo. Tutti ebbero terre, arnesi rurali, sementi, frumento, e viveri sino alla ricolta. Andovvi