Pagina:Settembrini, Luigi – Ricordanze della mia vita, Vol. II, 1934 – BEIC 1926650.djvu/306

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Io non sono accusato da nessuno di aver tentato di sedurre soldati né so se altri l’abbia tentato: ma so certamente quello che tutti sanno, che nessuno de’ nostri soldati disertò le regie bandiere, o si fé propagatore di ribellione fra i suoi commilitoni. Per modo che l’invito ad essi fatto, se pur fosse vero, rimasto senza accettazione e senza effetto, non potrebbe reputarsi fatto di cospirazione, ossia fatto concertato e conchiuso fra seduttori e sedotti. Negli anni passati nacquero e crebbero fieri sdegni tra la milizia e la cittadinanza, miseri effetti delle civili discordie: ma questi sdegni pel tempo, per la buona indole degli uomini, e per le cure dei capi della milizia e del governo andarono a poco a poco mancando, perché tutti sentirono il bisogno dell’ordine, della pace e della sicurezza comune.

Quando eran piú vivi ed accesi questi sdegni funesti, sursero le accuse di tentata seduzione de’ militari; perocché allora ogni soldato vedeva in un cittadino un suo nemico, nelle costui parole di pace vedeva un’insidia ed una seduzione. False quindi o almeno molto esagerate erano quelle accuse, perché fatte nel bollore degli odii, perché fatte solo da pochi soldati e pochissimi sottuffiziali, i quali non avendo potuto col valore ottener gradi ed onori, si diedero al tristo mestiere di calunniare, molti de’ quali non degni di portare l’onorata divisa sono stati licenziati.

Nessun uffiziale né inferiore né superiore ha detto mai che alcuno abbia tentato di sedurlo. Eppure tra i pretesi cospiratori sono moltissimi gentiluomini, che avrebber dovuto e potuto con piú successo sedurre gli uffiziali che i soldati, imperocché sedotto un colonnello è sedotto un reggimento; ed essi piú facilmente avrebbero potuto far conoscenza degli uffiziali, che de’ soldati. Per questa grave ragione le accuse che vengono dai piú bassi e cattivi gregari, si dimostrano intuitivamente false. E false ne dichiarava moltissime con sue decisioni il consiglio di guarnigione di Napoli, il quale facendo quella giustizia, che noi siam certi che otterremo da voi, e giudicando ogni giorno di queste cause di seduzione, pesando i fatti e dando ad essi il loro giusto valore, e tenendo conto della tristizia dei passati tempi, manda assoluti gli accusati, rallegra la cittá trepidante, rallegra il principe desideroso soltanto di giustizia. Grande e bella dimostrazione che qui non si è mai cospirato contro il governo; non si è mai tentato di rovesciare il trono di Carlo III, il quale da provincia ci fé nazione; ma da qualche stolto non si è fatto altro che fantasticare e chiac-