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L’ergastolo di Santo Stefano.
Notizie storiche1.
L’isoletta, o per meglio dire lo scoglio di Santo Stefano, lontano circa un miglio da Ventotene, è sita rimpetto a Gaeta, distante da essa un trenta miglia, ventiquattro da Ischia, venticinque da Ponza: ha un circuito minore di due miglia, non altri edifizi che l’ergastolo, non altri abitatori che i miseri condannati, i loro custodi, poche capre che dánno latte per gl’infermi, e qualche asino. Difficilmente vi si approda, e voltando sopra piccoli battelli, perché intorno è irta di scogli, e lo stretto mare che la divide da Ventotene è sempre agitato e rumoroso. Tutti i venti la battono, e vi portano in uno stesso giorno il rigore, il tepore, il calore di tutte le stagioni. È fama che queste due isolette di Santo Stefano e di Ventotene un tempo fossero state unite e poi divise per terremoto; e che l’una e l’altra eran chiamate con un nome comune: Pandataria. Io credo che se questa separazione fu vera avvenne in tempi remotissimi; che il nome di Pandataria o Pandateria, guastandosi in Vandataria siasi cangiato nel presente Vendotene o Ventotene, e solamente a quest’isola fu dato; e che Santo Stefano ebbe altro nome particolare, il quale pel tempo e per la piccolezza dell’isola andò obbliato e perduto. Nondimeno
- ↑ [I primi cinque capitoli di questa terza parte costituivano un lavoro scritto dal Settembrini nell’ergastolo, col titolo: L’ergastolo di Santo Stefano. N. d. E.]