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Pagina:Sextarius Pergami saggio di ricerche metrologiche.djvu/112

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poichè l’aggiunta sembra della stessa mano, sebbene l’inchiostro sia più chiaro e il carattere più minuto. Altra inesattezza propria di questo Statuto è quella di attribuire alla Brenta il peso di once II centum octuaginta quatuor invece di II mille centum octuaginta quatuor, come d’altra parte è comune a tutti gli Statuti l’errore troppo evidente di far corrispondere queste once a Marche 263, anzichè a Marche 273.

161. Lo Statuto del 1331 determina in 64 Bozzole la contenenza del Sextarius, in 32 quella della Mina, in 16 quella del Quartarius: la Bozzola poi deve avere il peso di once dell’argento 22 3/4, o, che è lo stesso, di marchi 2 once 6 3/4. Ora il 22 3/4 moltiplicato per 64, 32, 16 dà appunto 182, 91, 45 1/2 Marchi da 8 once; la Brenta poi, che comprende 96 Bozzole, contiene esattamente in peso once 2184 o marchi 273, il che torna a dire che gli Statuti posteriori a quello del 1331 ripetono sotto altri termini ciò che era già stato detto in quello Statuto.

162. Moys. Pergam. vv. 245 seg. Mosè del Brolo narra, naturalmente a suo modo, come i Galli raccogliessero quest’acqua, e la conducessero a sboccare nel luogo che si vede tuttodì (ibid. vv. 205-262). Ivi era un vasto bacino ove gli abitanti dei contorni andavano ad attingerla con brevi corde e coi loro secchi: questo bacino restava coperto dalle mura cittadine, che qui erano fatte ad arco (v. le mie Indicaz. sulla Topogr. di Berg. p. 93 seg.). Ancora nel secolo seguente l’aspetto di questo nostro fonte non dovea essere mutato, poichè lo Statuto del 1204-48 (10 § 11) dispone che sulla fronte di esso sia messa una cancellata (sprangata, così venivasi a chiudere un arco della mura cittadina) con porta a chiave, più sieno posti in opera quattro verricelli (curli) con altrettante secchie (situle), probabilmente di rame, per attingere l’acqua. Identiche ordinanze erano fatte anche pel vicino fonte del Lantro (ibid. § 16), ma questi bacini così aperti erano esposti certamente agli sconci dispetti di ogni malnato. È bensì vero che si voleva che il custode di questo fonte fosse della stessa contrada del Vasine: che il cancello si chiudesse la sera e non si aprisse che al mattino: che ivi non si lavassero panni e che fino alla distanza di un Cavezzo (Metri 2,627) non si ponessero immondezze (ibid. § 11): ma già fino dai tempi Mosè del Brolo