Pagina:Sextarius Pergami saggio di ricerche metrologiche.djvu/136

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30 seg.), cioè vi voleano duemila libbre sottili a formare un carro. In ciò può stare la ragione dell’essersi conservate queste misure, perchè, dando esse 40 Pesi pel Milliario di rame, 20 per la sua metà, che fu detta la Soma, non venivano gran fatto a scostarsi da quel numero di Pesi che in parte vedemmo essersi ammesso per le Some e pei Carri delle diverse merci (cap. II § 3). Così, a cagion d’esempio, il dazio pel ferro lavorato era di sei soldi imperiali, o 72 denari, per ogni Carro, e di diciotto denari per ogni Soma (Stat. an. 1204-48, 14 § 10). Non vi ha nulla che permetta di ritenere, che la tariffa non sia stata proporzionale alla quantità: laonde si può indurre che nel carro di ferro lavorato saranno entrate quattro Some. Dallo Statuto dei Dazii (fol. 33 v.) veniamo a sapere che la Soma del ferro e dell’acciajo era tenuta de pensibus XII et libras V; e questo numero frazionario ci conduce con tutta verisimiglianza e con tutta esattezza ad un carro di 50 Pesi. Il Carro di vino da sei Brente corrisponde a 48 Pesi (v. sopra c. II § 3). Così la Soma di coti grandi era pure calcolata di 20 Pesi (Stat. Dat. fol. 23 r.), precisamente come abbiamo supposto dovesse essere quella del rame in base al milliario, e questa concordanza ne porge argomento per ritenere coeve presso di noi le industrie di estrazione delle coti e del rame (cfr. Plin. N. H. 18, 67 § 5: Italia aquarias cotes dedit, limae vice imperantes ferro; ibid. 36, 47: repertae sunt et in Italia (cotes) aqua trahentes aciem acerrimo effectu), se anche il peso di quelle veniva calcolato sulla metà dell’antichissimo Milliario.

§ 5 La libbra grossa, non essendo sotto un certo