Pagina:Sofocle - Edipo Re.djvu/12

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Di Meneceo figliuolo, a me cognato,
Al Delfico spedii tempio d’Apollo,
Onde saper che fare o dir degg’io
75Per salvar Tebe. E già mi turba il suo
Tardar: già scorso è del ritorno il tempo,
Nè giunge ancor. Ma poi che giunto ei fia
Un malvagio esser vo’ se appien del nume
Non compio i cenni.
sacerdote
 Ecco, il dicesti all’uopo
80Additarmi vegg’io che vien Creonte.
edipo
Deh venga, o Febo, apportator di scampo.
Com’ei sereno è nell’aspetto!
sacerdote
 E lieto
Sembra; se no, non ne venia di molta
Fronda di lauro inghirlandato il capo.
edipo
85Or di certo il saprem: presso è già tanto
Che udir ne puote.


CREONTE - EDIPO - IL SACERDOTE

co’ supplicanti.

edipo
 O di Meneceo figlio
Congiunto mio, qual rechi a noi del nume
Oracolo?
creonte
 Propizio. In lieti eventi