Pagina:Sofocle - Edipo Re.djvu/31

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27

Che dell’orrendo crime
470L’occulto autore andar ne fa cercando.
Certo solingo e pavido
Per antri e selve, come tauro, egli erra,
Declinando gli oracoli
Del mezzo della terra;
475Ma d’immortali tempre
Quelli volando intorno a lui van sempre.

Strofe II

Dell’augure la voce in cor mi desta
Una fiera tempesta;
Nè a dargli fede o la negar m’arrendo.
480Che risolver non so: dubbio del vero
Sta sospeso il pensiero,
Nullo argomento in tanto affar veggendo.
Nè mai lite o rancor tra Lajo e il figlio
Di Polibo s’udio,
485Onde meco fermar giusto consiglio,
Se contra Edipo, e la comun concetta
Di lui stima or degg’io
D’oscura morte procurar vendetta.

Antistrofe II

A Giove sol, solo ad Apollo ascose
490Non son le umane cose;
Ma che altr’uom più di me dote possegga
Di profetar, benchè più saggio ei sia,
Mal lo si crede; e pria