Pagina:Sonetti romaneschi I.djvu/153

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Prefazione cxli

porta di casa quest’avvertimento: Cave, Caesar, ne Roma tua Respublica fiat. Ma non era uomo da perdersi di coraggio per così poco; staccò il cartellino, e ce ne mise un altro con la risposta: Stulte! Caesar imperat. Allora il satirico ci scrisse sotto: Imperat? ergo coronatus est!

Ma fatta anche la debita tara a quanto comunemente si racconta dello spirito satirico dei Romani, ci resta sempre un gran fondo di vero; come resta verissimo che Pasquino, nella sua origine e nella sua natura, è una creazione tutta popolare e tutta romana, quantunque abbia pure caratteri letterari, e per certi rispetti possa dirsi mondiale come il Papato.



II.


Il documento più particolareggiato, più autorevole e, in un certo senso, anche più antico, “dell’origine et della natura di maestro Pasquino,„ è sempre la “brieve istoria, che Antonio Tibaldeo da Ferrara, essendo già pieno d’anni, soleva raccontare,„ e che il Castelvetro nel 1558-59 mise in carta.

“Diceva adunque„ (il Tebaldeo) “che fu in Roma, essendo egli giovinetto,1 un sartore assai valente di suo mestiere, chiamato per nome maestro Pasquino, il quale teneva bottega in Parione, nella quale egli e i suoi garzoni, che molti n’havea, facendo vestimenti a buona parte de’ corteggiani, parlavano liberamente et sicuramente in biasimo de’ fatti del Papa et de’ Cardinali, et degli altri prelati della chiesa, et de’ signori della corte, delle villane parole de’ quali, sì come di persone basse et ma-


  1. L’iscrizione, postagli nel 1776 nella chiesa di S. Maria in Via Lata di Roma, lo dice morto nel novembre del 1537, di ottantun anno. Il Barotti e il Coddè, i quali non conoscono questa iscrizione, sono con essa d’accordo nel dirlo nato nel 1456, benchè poi lo facciano morire nel 1538.