Pagina:Sonetti romaneschi II.djvu/35

Da Wikisource.
25 Sonetti del 1832

LE NOVE FRESCHE.

     La mi’ fijja zitella, che ppartì
Pe’ ggovernante de cuer tar Monzù,
Me scrisse un anno-fa da Sciammilì,1
E dda cuer tempo nun m’ha scritto ppiù.

     Ho ssortanto tranteso ggiuveddì
Dar coco der Ministro Bbarberù,2
Che dda sì ch’er francese je morì,
Povera fijja, s’è bbuttata ggiù.3

     Puro, ammalorcicata4 come sta,
Ha sservito tre mmesi in d’un caffè
Ar cammino e ar bancone a imminestrà.5

     E adesso sposa un certo... Lamirè,
Uno che ffa le mediriane6 fa,
Che sso’ orloggi che ssoneno da sé.

13 gennaio 1832.

  1. Chambéry.
  2. Barbarù Fonte/commento: Sonetti romaneschi/Correzioni e Aggiunte, già incaricato di Sardegna presso la Santa Sede.
  3. Ha scapitato nella salute per tristezza e mala cura di sé.
  4. [Pure] malaticcia.
  5. Ministrare.
  6. Meridiane.