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Pagina:Sonetti romaneschi III.djvu/22

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12 Sonetti del 1833

L’UFFIZIO DER BOLLO.1

     Presa a Ppiazza de Ssciarra2 la scipolla
Dall’ortolano, e, llì accanto, er presciutto,
Le paggnottelle e ’r pavolo de strutto,
Annavo3 a ffà bbollà la fede a Tolla.4

     Quanto m’accosto a un omettino assciutto,
Che stava a ppijjà er Cracas5 tra la folla:
“Faccia de grazzia, indov’è cche sse bbolla?„6
“Eh, a Rroma, nu lo sai? (disce): pe’ ttutto.„

     Doppo, ridenno,7 m’inzeggnò ll’uffizzio.
Ma ttratanto capischi8 che ffaccenna?
Che stoccatella a nnostro preggiudizzio?

     Ma ssai cche jje diss’io? “Sor coso, intenna,9
Ch’è vvero che ccertuni hanno sto vizzio,
Ma cquer tutti lo lassi in de la penna.„

Roma, 17 febbraio 1833.

  1. Il bollo straordinario della carta.
  2. Piazza sulla via del Corso, dove si crede fosse eretto anticamente l’arco trionfale di Claudio per le vittorie sopra la Britannia e le Isole Orcadi.
  3. Andavo.
  4. [Anatolia o Vittoria. — L’autografo ha, per errore, Tèta (Teresa) invece di Tolla.]
  5. Il gabinetto [sic] dove si dispensa il foglio politico (Diario), chiamato da alcuni il Cràcas, dal nome dell’antico editore del così detto Cràcas o notiziario romano attuale. [Giovanfrancesco Chracas, al principio del sec. XVIII teneva stamperia presso San Marco al Corso, e da lui, che lo cominciò a pubblicare nel 1716, e da suo fratello Luca Antonio che lo compilava, prese il nome di Cràcas quella specie di Almanacco statistico-amministrativo della Corte a del Governo papale, che usciva annualmente col titolo di Notizie per l’anno.... Ma fin dal 1716 si cominciò anche a chiamare Cracas il Diario ordinario d’Un- gheria, fondato dallo stesso Luca Antonio, che lo pubblicava co’ tipi del fratello. Il primo numero di questo giornale, in piccolissima forma, uscì il 5 agosto del detto anno; e suo scopo era allora di dare le notizie che ufficialmente riceveva da Vienna intorno alla guerra d’Ungheria, che si combatteva dal principe Eugenio di Savoia per l’imperatore Carlo VI, contro Achmet III. Finita la guerra, continuò a pubblicarsi col titolo di Diario Ordinario, poi di Diario di Avvisi, poi di nuovo di Diario Ordinario, ed ebbe prima e poi supplementi intitolati ora Diario Succinto, ora Diario Estero, ecc.; e pare che fin d’allora diventasse giornale ufficiale del Governo. Dal 15 dicembre 1798 fino al 5 ottobre 1799, cedette il posto al Monitore della Repubblica Romana; e il 29 giugno del 1808 prese il nome di Diario di Roma; ma il 6 luglio dell’anno successivo, quando cioè Pio VII cadde in potestà de’ Francesi, sospese le sue pubblicazioni, per far luogo alla Gazzetta di Roma, organo del nuovo governo, e non le riprese che con la restaurazione del 1814. Nel 1815 cominciò a pubblicare anche un supplemento ordinario intitolato Notizie del giorno, che durò sino al 48: nel quale anno Pio IX fece riunire insieme Diario e Notizie nella Gazzetta di Roma. Ma la Repubblica del 49, per far la scimmia ai Francesi, tramutò la Gazzetta in Monitore, il quale poi alla sua volta, restaurato il Governo pontificio, fu ribattezzato col nome di Giornale di Roma. Ma il popolo non tenne conto di tutti questi battesimi, e lo chiamò sempre Cràcas o Cracàsse, e, quando voleva schernirlo, lo chiamava anche Càcas.]
  6. Bollare significa in Roma [come in Toscana e, credo, in tutta Italia] anche “il fraudare altrui nel denaro, sorprenderlo in interesse,„ ecc.
  7. Ridendo.
  8. [Capisci.]
  9. Intenda.