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102 Sonetti del 1835

CHI SS'ATTACCA A LA MADONNA,
NUN HA PPAVURA DE LE CORNA.1

     Ar punto de morì, cquanno se2 caccia
L’anima, fijji mii, credete a nnonna,
Chi ha la divozzion de la Madonna
Pò rrugà3 ccór demonio a ffaccia a ffaccia.

     Abbi puro4 tenuta una vitaccia,
Un zervo de Maria nun ze sprofonna;5
Ché in quer momento llì, povera donna,
Lei pe’ l’amichi sui propio se sbraccia.

     Io nun protenno6 ggià, ccrature7 mie,
Che in onor de Maria nostr’avocata
Ce sii nescessità dde fà ppazzie.

     Nò, abbasta oggni matina a la svejjata
De rescità ppe’ llei tre vvemmarie,
E onoralla co’ cquarche scappellata.8

21 gennaio 1835

  1. Proverbio in bei versi rimati.
  2. Si.
  3. Può disputare.
  4. Abbia pure.
  5. Non si sprofonda.
  6. Non pretendo.
  7. Creature. [Figli.]
  8. [Questo sonetto, e il proverbio che gli serve di titolo, ci spiegano come vi possano essere briganti mezzo antropofagi, devotissimi tuttavia della Madonna; e l’uno e l’altro meritano di venir considerati attentamente da coloro che in buona fede sostengono che l’insegnamento della dottrina cattolica, così come viene impartito, sia un freno gagliardo alle passioni brutali delle plebi. “Certamente,„ diceva il D’Azeglio, “il catechismo racchiuderebbe il migliore degli antidoti. Non rubare, non ammazzare, la carità, la mansuetudine, ecc. ecc., sono i suoi elementi. Ma il modo col quale s’insegna, le qualità, gli esempi di chi l’insegna, gli tolgono ogni efficacia. Beppe Mastrilli, il quale, come dice la canzone,
    ............ con una palla di metallo
    Ammazzò quattro sbirri ed un cavallo,
    offre ben altre seduzioni: non si può, è vero, affermare ch’egli fosse un santo: si concede che la sua vita fu piena di peccati che non tutti i confessori possono assolvere: ma la tradizione per lo più attribuisce ai suoi idoli una fine esemplare. Secondo le leggende, sembra sempre che quasi per miracolo le cose si combinino in modo che l’eroe vada poi diritto in paradiso: e sa in che consiste il segreto? Nell’esser divoto della Madonna o di Loreto o degli Angeli, o di qualunque altro luogo, averne in petto l’abitino, portarlo sempre, far dir qualche messa o accendere qualche moccolo. Con queste precauzioni, non c’è esempio che la faccenda finisca male. Tale è il sunto delle dottrine insegnate, non dal dogma cattolico, ma da un clero ignorante ed interessato; e tale n’è il frutto.„ Op. cit., cap. XXV.]