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Sonetti del 1836 19

ER BON GOVERNO.

     Un bon governo, fijji, nun è cquello
Che vv’abbòtta1 l’orecchie in zempiterno
De visscere pietose e ccor paterno:2
Puro3 er lupo s’ammaschera da aggnello.

     Nun ve fate confonne:4 un bon governo
Se sta zzitto e ssoccorre er poverello.
Er restante, fijjoli, è tutt’orpello
Pe’ accecà ll’occhi e ccomparì a l’isterno.5

     Er vino a bbommercàto, er pane grosso,
Li pesi ggiusti, le piggione bbasse,
Bbona la robba che pportàmo addosso...

     Ecco cos’ha da fà un governo bbono;
E nno ppiàggneve6 er morto, eppoi maggnasse7
Quant’avete, e llassavve8 in abbandono.

25 settembre 1836.

  1. [Vi gonfia.]
  2. [Frasi che gli ufiziali del Governo pontificio usavano a tutto pasto negli atti pubblici, riferendole al Papa.]
  3. Pure.
  4. Non vi fate confondere.
  5. All’esterno.
  6. Piangervi.
  7. Mangiarsi.
  8. Lasciarvi.