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creatura reale, e non un simbolo. Era una casta fanciulla, che rendeva buono l’amatore. E morì; e allora l’umile fanciulla che vedeva Dio, diventò più sapiente d’ogni sapiente di quaggiù: la sapienza stessa. Ella, che mandò Virgilio a Dante, cioè il consiglio di studiare, cioè lo studio, incarnava per Dante la fede, da cui muove il buono studio; la fede senza la quale Dante non l’avrebbe veduta più mai.

Un’umile donna Fiorentina la sapienza, dunque? E sì. O non era un’umil donna Nazarena quella che vide negli abissi del pensiero di Dio?

Umili tutte e due, e perciò alta l’una e l’altra; e la Fiorentina, devota della Nazarena e sua imitatrice,1 inspira umiltà con la sua umiltà. Quand’ella apparisce, il viso di Dante si veste d’umiltà; e “ogni pensiero umile nasce nel cuore„, se parla; ed ella sen va, “benignamente d’umiltà vestuta„, quando si sente “laudare„.2


VI.


LA MIRABILE VISIONE


Dopo la morte di Beatrice, quand’ella fu beata oltre che beatrix, Dante ebbe tre visioni. La prima ebbe virtù di richiamare alla donna gentilissima i pensieri di lui che si erano sviati verso la donna gentile. Fu il “cuore„ che “si cominciò dolorosamente a pentere de lo desiderio, a cui sì vilmente

  1. V. N. 10: «quella gentilissima, la quale fu distruggitrice di tutti i vizii e regina delle virtù».
  2. V. N. 5, 29, 11, 21 (Sonetto v. 9 seg. cfr. v. 7), 26 (Sonetto v. 6).