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uomini illustri | 183 |
Scrisse altresì: «Adnotationes in Sacram Divinam Scripturam, opera dedicata all’Arcivescovo Fra Gaspare dal Fosso; Conceptus quadragesimales; Chronicon Rhegii.» Voltò ancora di greco in latino la Vita di S. Elia Abbate della famiglia Labozzetta. Morì il Molizzi settuagenario nel 1536. Giusta l’asserzione del Zuccalà (Antichità di Reggio, opera che io veggo sovente citata, ma che non ho potuto leggere) le tre ultime opere del Molizzi si conservavano manoscritte nella Biblioteca de’ Cappuccini di Gerace.
Simone Porzio. Celebre filosofo, nominato dal Bombini e dal Martire ne’ loro manoscritti, che furono letti dall’Aceti.
Ludovico Cumbo. Dell’Ordine de’ Cappuccini. Uomo di austere virtù e di santa vita. Scrisse varii Sermoni latini, che (come ci assicura il Zavarroni) si conservavano manoscritti nella Biblioteca dei Cappuccini di Castelvetere.
Girolamo Tagliavia. Ci dà notizia di costui Tommaso Cornelio, il quale nel terzo de’ suoi Proginnasmata così dice: «Haec sententia (de motu terreni Globi circulari) apud Pithagoreos incolas nostros primum nata atque alta, multis ferme saeculis obliterata, et ex hominum memoria pene deleta jacuerat, donec illam ab oblivione ac silentio vindicavit Nicolaus Copernicus Borussus, cui cum omnem disciplinam, istitutionemque, tum hypotheseos hujus absolutam cognitionem uni debet Italiae. Nam praeter quam quod multa Cardinalis Cusanus de motu terrae memoraverat, fama est Hieronymum Tallaviam Rheginum plurima secum animo agitasse, et nonnulla etiam de hoc sistemate conscripsisse; et illius tandem fato praerepti adversaria in manum Copernici pervenisse». Così vien detto nell’edizione napolitana del 1688 fatta dal tipografo Giacomo Raillard; ma nell’edizione veneziana fatta anteriormente nel 1663 dagli eredi di Francesco Baba leggesi Calabrum in vece di Reginum, il che fa credere che il Cornelio, dopo quella prima stampa abbia avute certe notizie che il Tagliavia fosse reggino.
Simone Fornari, o Furnari. Fu figlio di Prospero e di Tedesca de Capua; l’uno e l’altro di nobili famiglie reggine. Il tempo della sua nascita può riferirsi a’ principii del secolo XVI. Fece i suoi primi studii letterarii sotto la direzione di un suo maggior fratello Ab: Giovanni Maria, e fu carissimo all’Arcivescovo di quel tempo Agostino Gonzaga. Crescendo poi negli anni e nelle conoscenze, uscì della patria, e recatosi in Toscana, fece non breve dimora in Pisa, per far tesoro delle discipline che in quella celebre Università s’insegnavano. Nè poco frutto ricavò da queste sue occupazioni, e si fece familiare ed amico de’ più famosi letterali di que’ tempi. Divenne perciò letterato