Pagina:Specchio di vera penitenza.djvu/183

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distinzione quinta — cap. vi. 155

non avere voluta fare la ’ngiunta1 penitenzia, e’ riservassesi a fare la penitenzia dimenticata nel purgatoro nell’altra vita. Il qual detto non mi piace, e non è sicuro come è ’l primo. Di coloro che innanzi che comincino a fare la penitenzia, o che incominciata la compiano, peccano2 mortalmente, e con peccato mortale fanno la ’ngiunta penitenzia, dicesi che tale penitenzia non è valevole a sadisfacimento per gli peccati. E a chiunche interviene tale caso, dee immantanente del peccato commesso avere contrizione, e proponimento di confessarlo; o andare a confessarlo sanza indugio, e poi fare o compiere la penitenzia. E non è bisogno di riconfessarsi da capo degli altri peccati, avvegna che fosse bene a farlo. Almeno in genere dica la persona: – Io misero peccatore, mi rendo in colpa e accuso che essendomi confessato, e ricevuta la grazia dell’assoluzione di molti gravi peccati, come ingrato e sconoscente del beneficio ricevuto, sono ricaduto nel tale peccato, innanzi ch’io compiessi la penitenzia che voi mi desti, o che del mio confessoro mi fu ingiunta e data. – Nel caso detto di sopra che altri si dee riconfessare s’egli ha dimenticata la penitenzia, se si ricordasse della penitenzia, non sarebbe bisogno di riconfessarsi, ma facesse la penitenzia, e confessassesi poi della negligenzia in non avere fatta la penitenzia. Ancora è un altro caso che conviene che l’uomo ridica i peccati confessati; e questo è quando non puote o non vuole fare la penitenzia data, e domanda che quella penitenzia gli sia mutata in altra: allora conviene ch’egli dica al confessoro i peccati per gli quali gli fu data la penitenzia che vuole mutare. È un altro caso, secondo che dicono alcuni, nel quale altri è tenuto a rifare la confessione da capo; e questo è se la persona non fu contrita de’ suoi peccati quando si confessò,

  1. Agli editori del primo secolo, meglio che ingiunta, andava a versi (come più volte scorgesi) imposta; siccome non piaceva il verbo compiere, mutato quasi sempre in finire.
  2. Il nostro Testo: la compiono peccando.