Pagina:Specchio di vera penitenza.djvu/206

Da Wikisource.

Vangelo: A que’ due comandamenti si riduce tutto il Decalago della legge: i comandamenti della prima Tavola s’appartengono all’amore di Dio; quegli della seconda all’amore del prossimo. Onde san Paolo dice: Fine, cioè finale perfezione1 d’ogni comandamento è la carità. E in un altro luogo dice: Qui diligit proximum, legem implevit: Quegli che ama il prossimo, ha adempiuta la legge. Sopra la qual parola dice santo Agostino: Con ciò sia cosa che sia uno medesimo amore quello con che s’ama Iddio e ’l prossimo, spesse volte la Scrittura prende l’uno per l’altro; come dice l’Appostolo: Diligentibus Deum, omnia cooperantur in bonum. E in un altro luogo: Omnis lex in uno sermone impletur: Diliges proximum tuum sicut te ipsum: A coloro che amano Iddio, tutte le cose s’aoperano in bene. E poi: Tutta la legge si compie in una parola; cioè: Ama il prossimo tuo come te medesimo. E conchiude finalmente l’Appostolo, e dice: Plenitudo ergo legis est dilectio: Adunque, compimento2 della legge è l’amore; col quale si dee amore Iddio per sé medesimo, come finale e perfetto bene; e ’l prossimo e sé medesimo, a Dio, in Dio e per Dio. E non si schiudono da questo amore i nimici, non in quanto sono nimici, ma in quanto s’appartengono a Dio, e sono creature di Dio, fatte alla sua immagine e del suo sangue ricomperate; onde per lo suo amore amare si debbono. Tutte l’altre cose che sono meno che Dio e meno che l’uomo, meno si debbono amare; anzi si debbono amare sì temperamente, che elle non tolgano e non impediscano o diminuiscano l’amor di Dio, e ’l suo medesimo, e quello del prossimo, che tutto è uno. Quando interviene che l’uomo ami cosa veruna quanto Iddio o contro a Dio o più che Dio, allora perverte l’uomo l’ordine della carità che si dee avere a Dio, e peccasi mortalmente. Quando l’uomo fa al prossi-

  1. Il nostro Testo: finale perfetto.
  2. Per la cagione detta alla pag. 155 nota 1, l'antica stampa ha qui pure: finimento.