Pagina:Specchio di vera penitenza.djvu/229

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capitolo terzo. 201

essere migliore e maggiore che gli altri. Il settimo grado si è presunzione, per la quale la persona riputandosi più valente o più savia1 che gli altri, prosume di fare o di dire oltre al dovere, o fare imprese che non fanno o che non attentano2 di fare gli altri. L’ottavo grado è la defensione de’ peccati, per la quale l’uomo non volendo confessare umilmente i suoi peccati e dirne sua colpa, sì gli difende e scusa, e dice che non gli ha fatti: o se dice che gli ha fatti, iscusa il male dicendo: – Io feci bene; – o, se pure confessa d’aver fatto male, dice: – Non fu così grande male; – o se dice che fu grande male, dice: – Io lo feci per bene e a buona intenzione; – o e’ dice: – Altri me ne fu cagione, e fécemelo fare. – Lo nono grado della superbia è simulata confessione de’ peccati, per la quale avvegna che altri confessi colla sua propia bocca d’essere peccatore, nollo fa sinceramente né con buono quore; ma non potendo ricoprire o scusare i suoi difetti, egli stesso gli dice e aggravagli, dicendo ancora più che non è, e colle parole e co’ sembianti umili, acciò che udendo altri quello che dice e mostra di se medesimo impossibile e incredibile, non si creda quello ch’è, o quello ch’altri creda o sappia. Il decimo grado è rebellione, per la quale altri è contumace e disubbidente3 a’ suoi maggiori, a’ quali dee essere suggetto. L’undecimo grado è libertà di mal fare, la quale l’uomo, posta giù la vergogna e la paura, desidera d’avere, acciò che sanza niuno impedimento possa adempiere i suoi desiderii e fare la sua volontade. Il duodecimo grado della superbia è l’usanza del peccare, per la quale l’uomo, dimenticando il timore di Dio e la propia salute, e a’ carnali desiderii tutto dato, ispregia Iddio e’ suoi comandamenti, non usando la ragione, ma seguitando la viziosa consupiscenzia. Questi dodici gradi della

  1. Ediz. 95 e 85, più valere et (e) più sapere.
  2. Seguitiamo la stampa del 25, leggendo le anteriori non meglio, e con esse il Codice: non attendono.
  3. Così nel Manoscritto.