Pagina:Specchio di vera penitenza.djvu/248

Da Wikisource.
220 trattato della superbia.

et confunde eos, et contere illos in loco suo: Ragguarda tutti i superbi, e confóndigli, e trita i peccatori spietati nel luogo loro. La qual parola espone san Gregorio e dice: Il luogo de’ superbi è la superbia, la quale abbatte e fa rovinare coloro i quali in alto lieva. E però dice Salomone ne’ Proverbi: Ante ruinam exaltatur cor: Innanzi alla rovina si lieva in alto il quore. Inganna anche la superbia l’uomo, in quanto ella fa le sue cose preziose vendere vile, e l’altrui cose vili comperare care. Le cose preziose dell’uomo sono l’opere buone, le quali sarebbono degne dell’eterna mercede, se l’uomo non ne volesse loda e favore mondano; e ciò fa fare la superbia. Così dice santo Gregorio: Quando l’uomo della buona opera cerca d’avere o desidera alcuna cosa temporale, allora per vile prezzo vende quella cosa ch’era degna dell’eterna retribuzione. Le cose vili compera care l’uomo superbo, quando per lo vento della superbia perde il reame del cielo, come dice santo Agostino; e aggiugne: Chi non sarà gonfiato di vento di superbia, non creperrà nel fuoco dello ’nferno. Ancora nuoce all’uomo la superbia, però ch’ella lo fa matto e stolto. Onde dice san Bernardo: Ogni superbia è stoltizia, avvegna che ogni stoltizia non sia superbia. Onde della stoltizia degli uomini superbi dice san Paolo: Dicentes se esse sapientes, stulti facti sunt: Dicendosi e tenendosi savi, son fatti stolti. Sopra la qual parola dice santo Agostino: Se dicendo tu, te essere1 savio, tu diventi stolto; di’ che tu sia stolto, e diventerai savio. Vuole santo Agostino dall’uomo in queste parole tôrre la presunzione e la propria reputazione, la quale fa l’uomo stolto, tenendosi savio. Onde si legge di certi santi uomini, che per fuggire la superbia, e per guardare la loro umilità, si mostrarono stolti, essendo savi.

Leggesi nella Vita de’ Santi Padri, ch’era un santo abate, il quale il signore della provincia, udendo la nominanza della sua santitade, lo volle venire a vedere. La qual cosa sentendo

  1. Il Manoscritto: dicendo tu essere.